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Piscine a sale marino

Piscine

Perché passare ad una piscina a sale marino?

Ci sono diversi e buoni motivi per passare a questo sistema.
In primo luogo, ci sono i benefici per la salute. I sistemi ad acqua marina forniscono una forma naturale di cloro. Questi sistemi trasformano per mezzo di una cella elettrolitica il sale (NaCl) in sodio (Na) e in cloro (Cl).
Il cloro prodotto sotto forma di l'acido ipoclorito di sodio agisce al 100% come disinfettante.
Secondo una recente ricerca, l'uso dei sistemi ad acqua marina, rendono la piscina molto più sana rispetto all'utilizzo delle forme commerciali di cloro.

TECNICA DI PROCESSO

L’elettrolisi del sale viene effettuata in una speciale cellula d'elettrolisi che separa il sale (NaCl) in sodio (Na) e Cloro (Cl) che si disciolgono immediatamente nell’acqua producendo l’acido ipoclorito di sodio: questo disinfettante svolge la sua funzione ossidante e disinfettante prima di trasformarsi nuovamente in sale, pertanto il consumo di sale è praticamente nullo.
Con questo sistema si eviterà di dover aggiungere cloro e antialghe all'acqua della piscina.
E' consigliabile mantenere il pH dell'acqua tra 7 e 7,4 per evitare depositi di calcio sulle piastre degli elettrodi.


Vantaggi

Il cloro è prodotto direttamente dalla cella elettrolitica e quindi non è più necessario comprarlo ed occuparsi del mantenimento della piscina.
L’acqua è sana e non irrita la pelle (salinità di 4 g/l si avvicina alla percentuale del sale presente nel corpo umano).
Si evitano irritazioni agli occhi.
L’acqua è incredibilmente chiara e limpida.
Si evita lo stoccaggio e la pericolosità dei prodotti chimici.


Salinità dell'acqua marina

L'acqua marina è salata: essa è, in effetti, una complessa soluzione in acqua pura di numerosi sali dissociati, cioè scomposti negli elementi chimici che li costituiscono. La sua composizione è pressoché costante in tutti i mari, sebbene accurate analisi dimostrino che esistono variazioni regionali. L'acqua di mare è mediamente composta per il 96,5 % da acqua e per il 3,5% da sali; gli specialisti preferiscono tuttavia esprimere la "salinità" in parti per mille (es. 35‰).
Nella tabella sopra sono rappresentate le quantità dei sali disciolti espresse in milligrammi per litro. Gli oligoelementi si trovano disciolti nell'acqua di mare in concentrazioni tanto piccole da non modificare sostanzialmente la salinità ma, d'altra parte, anche questi elementi rivestono particolare importanza per la vita degli organismi marini: è nota ad esempio l'importanza del ferro quale costituente del sangue o del rame quale costituente dell'emocianina che in taluni organismi (molluschi ad esempio) ha le stesse funzioni dell'emoglobina, lo stronzio, elemento fondamentale per la crescita dei coralli, ecc.
La salinità subisce variazioni soprattutto nell'ambito superficiale in rapporto all'entità della evaporazione e degli apporti delle precipitazioni meteoriche e delle acque continentali (fiumi e acque di fusioni dei ghiacciai): nei mari polari la salinità superficiale assume valori di 32-33 g/l, nei mari caldi delle fasce tropicali, dove massima è l'evaporazione, si registrano valori di 36-37 g/l; nei bacini interni le variazioni sono più ampie a causa della scarsità di comunicazione e di mescolamento con le acque oceaniche: così, nel golfo di Botnia (Mar Baltico sett.) la salinità è anche inferiore a 5-6 g/litro, mentre nel Mar Rosso supera i 40 g/litro.
In superficie e in prossimità delle coste la salinità presenta variazioni anche stagionali, negli oceani rimane praticamente costante.
In profondità, in genere, la salinità è leggermente inferiore ai valori di superficie e non subisce sensibili variazioni.
I rapporti quantitativi tra i principali costituenti rimangono invariati al variare della salinità e quindi è possibile determinare la salinità complessiva in funzione della concentrazione di un solo elemento, in genere il cloro che è l'elemento maggiormente presente.
La salinità media superficiale degli oceani è normalmente compresa tra il 33‰ e il 37‰; tuttavia in zone più chiuse con scarsi apporti d'acqua dolce, dove l'evaporazione è maggiore, arriva fino a valori di 40 g/litro, mentre in zone soggette a scarsa evaporazione e a ingenti apporti di acqua dolce si misura una salinità superficiale bassa o addirittura molto bassa fino quasi a raggiungere i 5 g/litro
Nei mari italiani, in superficie, la salinità è compresa tra il 37,70‰ e il 38,50‰, con punte minime del 32,70‰ dovuta ad apporti di acqua dolce. Infatti il modo in cui varia la salinità dipende quasi interamente dal bilancio tra evaporazione e precipitazioni e dall'entità del mescolamento tra acque superficiali e profonde; inoltre, come già detto sopra, essa risulta soggetta a più ampie variazioni nella fascia costiera, dove le azioni modificatrici sono più intense e mutevoli.



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